Medicina
QUESTIONE DI PEELING
Carla Tinagli - 19/07/2016
peeling

Leviga la pelle, riduce le imperfezioni (macchie, cicatrici, segni di acne) e le rughe. Il peeling è una delle pratiche estetiche più diffuse (richiesto da circa il 40% dei pazienti dal dermatologo o dal medico estetico e anche nei centri benessere è molto praticato) che, però, spesso viene confusa con altre tecniche casalinghe o eseguite dalle estetiste. Facciamo chiarezza: il peeling è di pertinenza esclusivamente medica, altra cosa, invece, sono i gommage o gli scrub, che erroneamente vengono chiamati “peeling”, si eseguono con cosmetici leviganti a base di acidi blandi, sali, gusci di noce che agiscono solo in superficie. La procedura dermocosmetica consiste nell’applicazione di una o più sostanze caustiche (come l’acido glicolico, mandelico, piruvico, salicilico e tricloracetico) in combinazione nello stesso preparato o in sequenza per un tempo o una concentrazione tali da indurre un eritema più o meno intenso. L’estetista può eseguire il trattamento solo con l’acido glicolico a basso dosaggio, mentre il medico non solo utilizza tutte le sostanze, ma sceglie anche la concentrazione più adatta, a seconda del caso, per sciogliere solo lo strato corneo o, al contrario, per un’esfoliazione più evidente. L’azione del trattamento è duplice: da una parte migliora l’aspetto della cute, rimuovendo gli strati esterni più danneggiati da rughe o macchie, dall’altra favorisce la produzione di tutte i componenti che con gli anni tendono a diminuire. Tra i peeling più diffusi c’è quello cosiddetto “soft”: lascia un rossore minimo, compatibile con la vita  quotidiana del paziente e stimola direttamente le cellule che producono le fibre elastiche rivitalizzando i tessuti.

Carla Tinagli
Giornalista professionista, da anni si occupa di wellness, bellezza e lifestyle. Collabora per molte testate, è sempre alla ricerca del bello delle cose e di tutto ciò che porta benessere.