SPA e Centri Benessere
Food&Spa: la criosauna, non solo allo Swiss Diamond Hotel
Roberta Schira - 22/03/2016
Swiss Diamond Hotel

SPA...

Il potere del freddo. In virtù delle due mie passioni, cucina e Spa, ho provato trattamenti ed esperienze sensoriali disparate. La criosauna mi mancava. L'ho provata al Diamond, Hotel affacciato su un tratto del lago di Lugano. La piscina interna è piccola, ma il centro ospitato è all'avanguardia, si chiama Diopside Swiss Med&Spa, nato grazie all’accordo tra Swiss Diamond Hotel e LaClinique.

Tra i fiori all’occhiello, i trattamenti basati sull’iD DNA®, che traccia la carta d’identità del Dna, la Led Face Mask, la Bioshape. E la criosauna. Di norma preferisco il tocco umano, ma questa macchina mi ha entusiasmato. Si entra in una cabina d'acciaio seminudi e si rimane - minimo un minuto e mezzo, massimo tre minuti - a meno 180 gradi: una temperatura che spaventerebbe un pinguino! Un freddo estremo raggiunto per mezzo dell'azoto liquido. Per me l'azoto liquido era l'escamotage fisico per approdare a un gelato sublime, quello di Ettore Bocchia, cuoco a Villa Serbelloni. La criosauna nacque nei Paesi dell'Est per risolvere in breve tempo i traumi degli sportivi, ma ben presto si scoprirono i suoi benefici effetti sulla cura della psoriasi e sull’accelerazione del metabolismo.

La nazionale di rugby e la Juventus la usano costantemente. Ronaldo se ne è comprata subito una. Gli effetti estetici non tardano ad arrivare: innalza le difese immunitarie, fa perdere peso, migliora pelle e capelli. L'originale si chiama Yuca, sempre richiede sorveglianza medica. Mentre chiedo alla direttrice del centro se è adatta a tutte le età, entra sorridendo un arzillo signore: "Abita nella villa qui vicino", mi dice la dottoressa Rita Mazzotti, "viene a farsi la crio tre volte la settimana. Ha 84 anni".

Signature treatment: criosauna.

... & FOOD

Due le scelte al Diamond Hotel, firmate dal cuoco Egidio Iadonisi: il ristorante Lago e il Panorama, all'ultimo piano. Esiste un menu a basso regime calorico, ci si può far creare la dieta dall'equipe medica, ma Iadonisi ha un difetto: è irrimediabilmente napoletano. La sua napoletanitá, per natura contraria alle diete, sgorga da ogni pagina della carta delle vivande, che, però, ingloba prodotti locali come il riso ticinese, i formaggini della valle del Muggio, il mais rosso, la luganega e i Merlot dei Vinattieri Ticinesi.

Signature dish: paccheri ripieni di melanzane.

Roberta Schira
Giornalista e critica gastronomica con una formazione in psicologia, vive a Milano e viaggia molto. Ha scritto una dozzina di libri tra ricettari, romanzi e manuali di antropologia alimentare. Da sempre riconosce i benefici dell'acqua e della cura di sè come strumento assoluto per il recupero di energie di corpo e mente. www.robertaschira.it