SPA e Centri Benessere
Progettare una spa a impatto 0: intervista all’architetto Silvia Giannini
Emanuela Brumana - 08/06/2016
spa a impatto 0

Continua il ciclo di interviste agli architetti delle spa sul tema dell’attenzione ambientale e dell’impatto 0 anche quando si realizza una spa. Abbiamo posto le nostre domande all'architetto Silvia Giannini, considerata una delle maggiori esperte di progettazione di centri benessere di prestigio in Italia.

Partiamo dall’inizio. Quando si approccia a un nuovo progetto, quali sono le linee guida dalle quali non può prescindere per creare una spa e quali invece sono gli aspetti che variano caso per caso? C’è un modo per trasferire questi concetti all’utente delle spa?

Probabilmente l'unica regola che è alla base del progetto è l'approccio, che consiste nel valutare ogni progetto come unico! È fondamentale partire dalla correttezza dei percorsi, dalla qualità delle attrezzature, ma anche da valutazioni strategiche e del contesto: questo consente di creare un design originale, che rimane il primo valore percepito dall'utente al quale si aggiunge, in seconda battuta, il comfort acustico e termico. La spa necessita un controllo delle temperature diversificato per i vari ambienti, talvolta da personalizzare per il cliente (ad esempio nelle cabine di trattamento): l'apporto di energia è davvero significativo. Per questo pensare il progetto in termini energetici è imprescindibile. E questo non è un semplice tema impiantistico: la tecnologia deve essere integrata nel progetto architettonico. 

Che cosa significa, per lei, progettare a impatto zero? E come si applica questo concetto al mondo delle spa?

Progettare a impatto zero significa valutare fonti rinnovabili, introdurre i giusti isolamenti per infissi e pareti, implementare l'autonomia energetica, ma questo viene già imposto dalla normativa vigente. Quello che possiamo fare in più è introdurre una serie di attenzioni che riducano gli sprechi, come evitare le dispersioni: pensare a delle coperture per le piscine riscaldate esterne evita di raddoppiare l'energia usata per tenerle in temperatura; l’uso di sistemi per il risparmio di acqua per evitare gli sprechi; adottare schermature per il sole invece di raddoppiare la potenza dell'aria condizionata; recuperare il calore di eventuali acque termali calde, invece di disperderlo. Tutte queste sono accortezze che si traducono in importanti risparmi energetici.

Quando progetta una spa, sicuramente, pone la massima attenzione a creare atmosfere che veicolino un senso di benessere e rilassatezza. Ci sono dei materiali, secondo lei, che più di altri riescono a trasmettere questo tipo di sensazioni?

Forse l'unico "materiale" che fa veramente la differenza nel creare un'atmosfera è la luce. Bianco o nero, materiali naturali o molto tecnici acquistano valenze completamente diverse a seconda di come vengono accostati ed enfatizzati con la luce. In un progetto -Spa di Borgo Brufa- ho creato la "stanza delle stelle": un ambiente relax completamente nero, quasi a-metrico, dove l'unico elemento è un fascio di fibre ottiche che si distribuisce su pavimento, soffitto e pareti, creando uno degli ambienti più suggestivi della spa.

Sempre parlando di materiali, quali si possono definire a impatto zero, sia dal punto di vista del contenimento dei consumi energetici, sia in quanto tali (penso a eventuali lavorazioni per renderli utilizzabili e al loro smaltimento)?

Non so se è possibile parlare davvero di materiali a impatto zero. Ovviamente i materiali naturali possono essere più facilmente smaltiti, ma non sempre questa, che sembra la scelta più ovvia, risulta essere la migliore dal punto di vista ambientale. In una realtà ideale si dovrebbero usare materiali naturali a km zero! Utilizzare materiali che abbiano certificati verdi, quindi green nel processo produttivo, che siano naturali o che non debbano essere trasportati da centinaia di km di distanza, mi sembra possa essere un giusto compromesso.

Qual è la sfida più ardua nel conciliare il concetto di impatto zero al mondo delle spa e del benessere? E, tornando all’utente finale, pensa che ci possa essere correlazione tra l’uso di materiali benefici per l’ambiente e il benessere della clientela della spa?

La spa, per sua stessa natura, è legata al benessere delle persone, e questo non può prescindere dal tema ambientale; ma non si può negare che la spa sia a tutti gli effetti una realtà energivora e che abbia un impatto negativo sull'ambiente come ogni trasformazione antropica. Il compromesso è proprio questo: accettarne la natura e operare attraverso un equilibrio di contenimento energetico, usando materiali sostenibili, entrando nella prospettiva del riuso e di riduzione dello spreco, che devono essere per prima cosa adottati dalle figure gestionali; a noi architetti è comunque fatto obbligo di farle entrare nelle logiche progettuali.

Mi permetto di allargare il cerchio: progettare nei termini finora raccontati non ha un riflesso solo per l'utente finale della spa; la green philosophy applicata agli edifici ha un riflesso in generale sulla salute del Pianeta.

Emanuela Brumana
Laureata in Filosofia, attualmente lavora principalmente nel settore editoriale come redattrice e scrive testi per il web. Pittrice e illustratrice sotto lo pseudonimo ebmela.